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Sabrina Zuccato

Biografia

Sabrina Zuccato, nata a Padova nel 1992 ma vive da sempre a Mestre (VE). Laureata in Conservazione e gestione dei beni e delle attività culturali e in Scienze dello spettacolo e produzione multimediale, Sabrina Zuccato è una giornalista pubblicista (iscritta all’Albo dei Giornalisti del Veneto dal 2021) e si occupa prevalentemente di cultura, attualità e critica cinematografica. Dopo aver maturato esperienze professionali nei reparti tecnici di diverse produzioni cinematografiche, ha cominciato a svolgere l’attività di videomaker e a tenere, talvolta, corsi didattici riguardanti la realizzazione e l’elaborazione audiovisiva.
Nel tempo libero coltiva la passione per la scrittura: nel 2020 ha pubblicato il romanzo “Apolide”, editoda Montag Edizioni.
Ha pubblicato da poco il suo secondo libro La levatrice di Nagyrév, per Marsilio, che segue idealmente il reportage “Le streghe di Nagyrév” con il quale ha vinto il Premio Giornalistico Massimiliano Goattin nel 2023. Come opera parallela al romanzo, inoltre, sempre nel corso del 2025 verrà diffuso un suo documentario – del quale è stato presentato un work in progress alla 80. Mostra del Cinema di Venezia – che si avvale della collaborazione dell’attrice Maria Roveran alla voce narrante.

VIDEO DELLA SERATA

Il video sarà caricato dopo la serata

TRAMA DEL LIBRO

Zsigmond Danielovitz, incaricato di indagare sul cadavere di un’anziana contadina, è un uomo indebolito dalla guerra, ma vigile. E così ci mette poco a scorgere, dietro gli occhi degli abitanti di Nagyrév, qualcosa di sinistro.
Nagyrév è un piccolo villaggio sperduto nella pianura ungherese, l’anno è il 1929 e il benessere, in quella ristretta comunità rurale, non arriva. Zsigmond Danielovitz si rende presto conto che la morte della donna sulle sponde del fiume Tibisco non è che l’anello di una lunga catena di scomparse e incidenti che da tempo coinvolgono il piccolo villaggio. La levatrice di Nagyrév racconta un fatto di cronaca realmente avvenuto tra le due guerre mondiali, un episodioche sconvolse l’Europa non solo per l’efferatezza dei crimini, ma anche per un inedito capovolgimento dei ruoli: le donne uccidono gli uomini, si vendicano.
Superstizione, violenze, miseria e soprusi sono i protagonisti delle vite che si incrociano in questo affresco rurale, dove a fare le spese di appetiti e frustrazioni sono sempre le donne. Le regole patriarcali della comunità magiara e le meschinità dell’animo umano creano situazioni insostenibili e sofferenze ingiustificabili per mogli e figlie, anziane e ragazze. Personaggio chiave, intorno al quale girano le storie di Nagyrév, è la misteriosa Zsuzsanna, levatrice dal passato fumoso, spesso etichettata come «strega» dai suoi concittadini, temuta e, ogni tanto, rispettata, una figura carismatica, rarissimo esempio di donna emancipata, cui molte «sorelle» chiedono aiuto per risolvere i guai che hanno dentro casa: gravate da inganni, stupri e sottomissioni, le vittime hanno deciso di alzare la testa. Gli avvenimenti che ebbero luogo a Nagyrév, mostrando gli orrori di cui è capace la vita domestica e le forme di resistenza alle sopraffazioni di genere, possono essere una finestra utile, e dolorosa, per capire il presente.